Mondo: Mahuchikh e i teenager da record

20 Gennaio 2020

Il 2,01 dell'altista ucraina è il vertice di altre prestazioni di valore nelle categorie U20 e U18 ottenute nel weekend. 

di Marco Buccellato

Il debutto stagionale dell'argento mondiale di salto in alto Yaroslava Mahuchikh (18 anni e 4 mesi) è stato subito da record. La giovane ucraina (2,04 al mondiale di Doha per il record mondiale U20), è salita a 2,01 nel Demyanyuk Memorial di Lviv sabato, stabilendo al contempo il limite mondiale stagionale e quello mondiale U20 indoor. La Mahuchikh lo deteneva già, 1,99 in coabitazione con la statunitense Vashti Cunningham. Quello dell'ucraina non è stato l'unico squillo tecnico prodotto da atleti delle categorie giovanili. Dal ricco panorama di meeting USA, due migliori prestazioni femminili U18: a Columbia la sprinter Tamari Davis sui 60 metri in, 7.19 (ha anche eguagliato il record high school), e a Lynchburg la 17enne Kayla Davis sui 300 metri in 37.38, battuta di 0.02 dall'altro fenomeno USA Athing Mu, classe 2002. L'onda giovane ha tinte maschili con il 32.28 di Blacksburg, ancora sui 300 metri, del non ancora 20enne Jacory Patterson, che ha migliorato il record NCAA sulla distanza. Infine, la sorpresa da un'altra distanza spuria, i 50 metri: il turco Umut Uysal, 18 anni tra un mese e mezzo, ha registrato sabato a Istanbul un eccellente 5.73, a un solo centesimo dalla miglior prestazione europea U20 detenuta dal 1988 dal tedesco Sven Matthes. Ieri, altra volata sui 60, vinti in 6.69, record turco di categoria e ai vertici stagionali mondiali tra gli atleti nati nel biennio 2001-2002.

FESTIVAL SALTI - Alto e asta in evidenza, soprattutto negli Stati Uniti, dove ancora a Blacksburg il 22enne Darryl Sullivan (2,26 di personale) è salito fino a 2,33, migliorando nel giro di 48 ore il top tecnico d'inizio stagione, accreditato al russo argento mondiale Akimenko (2,31 a Chelyabinsk). Dall'asta, vertice stagionale raggiunto in Colorado dal 25enne Kyle Pater, che con 5,82 ha aggiunto ben diciassette centimetri al personale. Doppio 5,80, invece, nel Pole Vault Summit di Reno, misura raggiunta dal vincitore Wooten (personale) e dal battuto Ludwig. Ancora dai salti, il rientro del vicecampione d'Europa 2018 Timur Morgunov (5,71), dopo un primo test non ufficiale a inizio anno (5,80), e nell'asta donne, nell'ordine, 4.67 di Angelica Bengtsson, 4,66 della russa Krasnova e 4,65 della greca Polak, con gran progresso. Dai lanci, ancora il serbo Asmir Kolasinac: dopo il 21,06 di fine anno, ecco il 21,01 di sabato, punta di una serie comprendente anche 20,67, 20,52 e 20,45. Negli USA, 20,72 di Nick Ponzio e record greco di Skarvelis (20,38). Al femminile, quasi 19 metri di Jessica Ramsey, 18,95 a Nashville.

INDOOR USA, OUTDOOR CARAIBI - Proprio a Nashville il miglior risultato nella velocità, 6.55 di Demek Kemp, personale eguagliato per la seconda volta. Tante medaglie di Doha in pista: l'argento dei 100hs e primatista del mondo Kendra Harrison ha abbassato il personale sui 60 piani a Houston, in 7.23. Il bronzo della stessa finale di Doha, la giamaicana Danielle Williams, ha fatto lo stesso sui 200 a Clemson, in 23.12 (world lead). L'iridata di martello DeAnna Price ha portato il personale di peso con maniglia a 24,71. Infine, gli ostacoli: ottimo 7.86 di Tonea Marshall, che aveva un personale di 8.02 stabilito a 18 anni, e primo sub-7.60 nell'evento maschile, firmato in 7.59 da Aaron Mallett a Iowa City, che si è tolto la soddisfazione di chiudere otto centesimi davanti al vicecampione NCAA Daniel Roberts. Dove c'è attività outdoor, gli ultimi dieci giorni hanno archiviato il primo 2,30 dell'alto uomini, con il bahamense Jamal Wilson, e il primo over-65 nel disco, con il vice campione del mondo e primatista giamaicano Dacres (65,83).

STRADA, HOUSTON SOPRA LE RIGHE - Ottimi risultati, soprattutto nella mezza maratona: ben nove uomini al traguardo in meno di un'ora, quasi venti donne sotto i settanta minuti, ma soprattutto il primo posto e il record giapponese in 1h06:38 di Hitomi Niiya, affermata specialista dei 10000 metri, alla prima mezza maratona dopo quasi dodici anni! Fa festa, doppia, anche la delegazione canadese, che porta a casa due record nazionali femminili, con Natasha Wodak in 1h09:47 nella mezza e con la quasi 40enne Malindi Elmore, che in 2h24:50 ha centrato un inimmaginabile terzo posto sui 42 km e il pass olimpico, a oltre tre lustri dalla prima partecipazione (sui 1500) a Atene 2004. Riassumendo, dietro la Niiya tanta Africa (la migliore Brillian Jepkorir a 1:40), mentre la 42 km è stata vinta dall'etiope Askale Merachi con gran prima metà (1h10:10), davanti alla connazionale e vincitrice uscente Biruktayit Degefa (2h24:47). Nelle corse maschili, successi etiopi in 2h08:36 di Kelkile Gezahegn e in 59:25 di Jemal Yimer, un secondo su Bernard Ngeno, due su Shadrack Kimining, tre su Philemon Kiplimo. Spulciando negli intermedi, scopriamo che il neozelandese Jake Robertson ha soffiato al gemello Zane il limite nazionale e dell'Oceania dei 15 km (42:15) per due secondi. Resta in ogni caso in famiglia.

MUMBAI, RECORD UOMINI - Nella 42 km indiana vince a sorpresa in 2h08:09 (primato della corsa e record sul suolo dell'India) il 22enne esordiente Derara Hurisa, settimo nella Roma-Ostia dello scorso anno, davanti a avversari quali Ayele Abshero (2h08:20). Nella corsa donne, ancora Etiopia con Amane Beriso al successo con una seconda parte di gara in rimonta e sorpasso, dopo quasi un anno e mezzo di inattività per infortuni, in 2h24:51. Anche la Beriso è legata a partecipazioni nella mezza maratona Roma-Ostia, vinta nel 2015 e poi quarta nel 2018. A mubai ha preceduto la keniana Rodah Jepkirui (2h27:14) e l'altra etiope, esordiente in maratona, Haven Hailu (2h28:55). Nelle altre mezze in calendario, notevole 59:09 del keniano Alex Mutiso a Santa Pola (Spagna), un atleta che conquistò il bronzo mondiale allievi a 16 anni, sui 3000 metri, a Donetsk. In Giappone, record della mezza di Okukuma in 1h00:44 di un altro keniano, Joel Mwaura.

CROSS, OBIRI BATTUTA - Solo quarta, a 50" dalla vincitrice Margaret Chelimo, l'iridata di cross Hellen Obiri nell'appuntamento del Cross de Italica di Siviglia. A una settimana dal successo di Elgoibar, la Obiri è stata preceduta anche dall'iridata U20 Beatrice Chebet e dall'etiope Tsehay Gemechu, quarta a Doha sui 5000, la gara dove la Obiri si è confermata medaglia d'oro mondiale a due anni di distanza dal primo titolo, a Londra. Happy birthday per Tadese Worku: l'etiope ha festeggiato il compimento del 18esimo anno (oggi) con il successo nel cross maschile di Siviglia, il bis dopo Elgoibar, lasciandosi ancora alle spalle atleti come Paul Chelimo e Richard Yator. Settimo, una delle star dei 3000 siepi, il marocchino El Bakkali.

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